[Allenamento libero] Novilunio., Seconda tecnica personale.

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CAT_IMG Posted on 8/9/2010, 22:57
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SPOILER (click to view)
Arme de Cheveux.
Arma di Capelli. Questa tecnica consiste nello strapparsi i capelli e di far prendere loro una forma semplice e solida, come quella di un bastone o di una frusta. La resistenza è quella dell'acciaio. Angelique non ha il controllo su questi capelli/peli, la tecnica modifica solo la loro struttura. La forma si mantiene solo finché i capelli/peli sono a contatto con lei, altrimenti ritornano ad essere normali capelli/pelli. La lunghezza che i capelli/peli possono raggiungere è la stessa che possono raggiungere quelli che ha addosso, così come per il tempo di allungamento. Può creare un'arma alla volta ma le è possibile cambiare la forma a piacimento.
Costo: 5; modifica arma: 3.


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Angelique RougeEra da qualche giorno che il titolo sul giornale era più o meno sempre il medesimo: bambina trovata morta dopo essere stata violentata e seviziata. L'ultima piccola vittima aveva solo cinque anni. Rouge non era una santa ma a tale violenza non sapeva dare una spiegazione. Ciò che faceva, lo faceva per Sophie. Per chi o cosa quel maniaco stupratore agiva in quel modo? Inutile cercar un perché in una mente malata. Mente malata che non poteva esser lasciata libera di fare altro male. La polizia brancolava nel buio come sempre. Era comprensibile, non disponeva dei mezzi giusti. Angelique sì. Aveva allertato tutti i suoi informatori (meno Hiro "Hentai" Hiyorimi, passato recentemente a miglior vita) e pagando aveva ottenuto la risposta che cercava. Lo stupratore aveva un nome. Era Haru Moriyama. Lavorava come controllore di treni e quella sera finiva il turno all'1:30. Non sarebbe però tornato a casa, non quella notte.
Rouge era arrivata in stazione verso l'una, approfittando della completa desolazione per compiere un sopralluogo. Era importante che conoscesse bene il territorio, non voleva farselo scappare. A lavoro ultimato si era piazzata vicino alle scale, in attesa. Il treno arrivò, stranamente, in perfetto orario. Da esso scesero solo due persone, che si diressero stanche verso le scale, scendendole. Dopo qualche attimo entrò in scena pure lui, lo stupratore. Era come glielo avevano descritto: moro, occhi scuri, carnagione olivastra, incredibilmente palestrato, alto più o meno 1.90m. Lo sguardo era spento, vuoto. Senza un particolare motivo, questo infastidì Rouge.
La rossa attese, immobile, fino al suo arrivo. Quando le fu davanti gli parlò.
« Sei tu Haru Moriyama? » chiese con voce volutamente neutra.
L'uomo si dimostrò infastidito dal fatto che lei sapesse il suo nome.
« Che cazzo vuoi? » le domandò, stizzito, ritrovandosi come risposta una Glock 17 puntata alla fronte.
« Fartela pagare » disse lei, semplicemente. La sua idea era di strapazzarlo un po', poi ucciderlo. Non si sarebbe mai aspettata una reazione fulminea come quella che seguì. L'uomo le afferrò il polso destro, con cui Angelique impugnava la pistola, e glielo storse, facendole perdere la presa. L'arma cadde a terra mentre lei veniva scaraventata giù dalle scale. Non aveva nemmeno capito cosa fosse esattamente successo. Seppe solo che lo sentì scendere le scale di corsa, pronto a colpirla di nuovo. La Glock era rimasta sopra le scale quindi rapidamente sfilò la sua gemella dalla fondina alla caviglia, la puntò verso il rumore e sparò. Il corpo di Moriyama cadde all'indietro per poi rotolare giù per qualche scalino. La rossa si rialzò in piedi, sempre tenendo la pistola puntata contro il violentatore. Si avvicinò, cautamente, a lui, salendo le scale e massaggiandosi con la mano libera la tempia che aveva sbattuto durante la caduta. L'impatto era stato notevole, la lucidità era un po' calata. Questo non spiegò però come lui, nonostante il proiettile lo avesse centrato, riuscì ad alzarsi di scatto ed afferrarla. Con il proprio peso, la spinse nuovamente giù dalle scale, usandola come cuscinetto anti-impatto. La testa di Rouge prese a girarle un po' per l'ennesimo colpo ricevuto. La seconda Glock giaceva sulle scale.
 
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CAT_IMG Posted on 9/9/2010, 10:25
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Angelique Rouge« Pensavi di fregarmi, eh? » esordì lui, trionfante, mentre qualche zampillo di sangue rosso colava lentamente dal fianco dell'uomo, risultato del proiettile. Lo aveva solo colpito di striscio, maledizione. Le stava tenendo fermi i polsi, premendoli a terra, e si era infilato tra le gambe di Angelique. La donna prese ad agitarsi, cercando di levarselo di dosso. Inspiegabilmente non riuscì a liberarsi, nonostante la sua forza fisica. Anche se ricorreva poco a quell'opzione, decise di trasformarsi in licantropo, per sfruttare la forza maggiorata. Non avvenne nulla. Il suo corpo non mutò. Era rimasta l'umana di sempre. Nei suoi occhi lo stupore fu palese.
« Che begli occhi pensierosi che hai. Ti stai domandando qualcosa? Non dirmi che anche tu sei una bestia strana? » le domandò, divertito, Moriyama, mentre le leccava la guancia.
« Devi sapere, bella signorina, che ho una capacità particolare. A contatto con il mio corpo, gli esseri strani come te perdono ogni potere » spiegò, lascivo.
Angelique sgranò gli occhi, incredula che una tale possibilità potesse esser vera. Tentò quindi di muovere i capelli. Invano. La chioma cremisi non rispondeva ai suoi voleri. Era vissuta una vita senza quel potere ma ora che le era stato sottratto ne sentiva la mancanza come se le avessero amputato un braccio.
« Certo che sei carina, poliziotta. Perché sei una poliziotta, giusto? Due pistole, vestita bene, aria da giustiziera...Hai degli splendidi capelli, sai? » le fece presente, mentre le portava le braccia in alto afferrandole i polsi con una sola mano mentre l'altra aveva preso ad accarezzarle la treccia.
Angelique si stava sentendo indifesa come non mai. Nonostante il suo addestramento, non riusciva a reagire. Il peso del maniaco le stava premendo i polmoni, soffocandola e rendendole difficoltoso ogni movimento.
« Sai, bimba, sui giornali non l'hanno scritto ma io sono solito prendermi qualcosa di ogni creatura che ho amato, un souvenir... »
Nemmeno un secondo dopo il grido di dolore di Angelique riempì gli spazi vuoti della stazione. L'uomo, tra le dita, stringeva la treccia strappata della donna, che aveva preso a divincolarsi con più ferocia. I capelli di Rouge non presero a riscrescere, come lei invece stava desiderando.
« Di te mi prenderò questo, bimba. E ora... »
Dopo aver posato la treccia vicino alla testa della rossa, le posò una mano sul seno, premendoglielo dolorosamente.


Edited by Poe Crisis - 9/9/2010, 23:53
 
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CAT_IMG Posted on 9/9/2010, 23:05
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Angelique RougeLa reazione dell'ex agente fu più che spontanea. Inorridita e disgustata, aveva semplicemente tirato una testata direttamente sul naso dell'uomo. Nonostante la stazza, nemmeno lui resistette al dolore che solo la rottura della cartilagine può provocare. Allentò perciò la presa sui suoi polsi e ricevette quindi una gomitata sul neurocranio. Erano colpi relativamente semplici ma piazzati in zone sensibili. Usando le gambe come leve, riuscì a liberarsi dal peso del maniaco e ad allontanarsi, da seduta, da lui. Non appena si interruppe il contatto fisico tra i due, i capelli di Angelique ripresero a crescere. Tra le dita della mano la rossa avvertì ciò che fino a qualche attimo prima era stata la sua treccia. La rabbia si impadronì di lei.
« Un souvenir, eh? Fottuto bastardo! »
Nella sua mente con orrore si delinearono vari ipotesi su quali souvenir quel mostro avesse preso alle bambine, chiedendosi se in quei momenti erano ancora vive.
« Te lo do io il souvenir! » ringhiò nella direzione dell'uomo, agitando la ciocca di capelli con rabbia, quasi volesse prenderlo a frustrate. Non capì subito perché lo stupratore prese a gridare. Le ci volle un attimo per comprendere che tra le dita non stringeva più semplici capelli inermi ma una frusta cremisi. I capelli, infatti, si erano agglomerati per formare un unica forma semplice e decisamente robusta. Era un'altra capacità della sua chioma, quella?
« Puttana... » sillabò lui, tentando di rimettersi in piedi. Angelique non poteva permettere che si rialzasse. Non poteva però pestarlo personalmente o avrebbe di nuovo perso il suo potere e la sua natura mannara. Non poteva nemmeno sfruttare le Glock, disseminate per le scale. No, doveva sfruttare ciò che aveva scoperto di saper fare solo nell'ultimo periodo.
Sfruttando sempre la frusta grezza, diede al volto del maniaco un altro colpo e questi si riaccasciò al suolo, dolorante.
« Non farai più del male alle bambine » sentenziò, risoluta. Ora che era di nuovo padrona delle sue capacità, Angelique era seria, composta e decisa. Sfruttando l'ennesima frustrata, fece ribaltare a pancia in su l'uomo. Si alzò e con passo rapido si portò davanti a lui, tenendo la sua testa quasi tra le caviglie, stando attenta a non toccarlo. Ora aveva bisogno di qualcosa che lo tenesse fermo e, detto fatto, la frusta prese le sembianze di un bastone. Senza domandarsi nulla, la rossa lo piantò alla gola di Moriyama, per impedirgli di muoversi a meno che non volesse esser trafitto.
« Quanto le hai fatte tremare, le bambine? » chiese, aspra ed irata, mentre i suoi capelli si dividevano in quattro fasci e prendevano la lunghezza massima.
« Quanto hai fatto loro del male? »
La prima punta andò a perforargli la mano destra, inchiodandogliela per terra. L'uomo urlò con tutto il fiato che aveva in gola, tentando di liberarsi, ma la stretta sul collo col bastone non cedeva.
« Quanto ti sei divertito a distruggere il loro futuro? »
La seconda punta fece lo stesso con l'altra mano, dando al maniaco un nuovo motivo per urlare.
« Quanto godevi nel vederle piangere? »
La terza punta, inesorabile, penetrò il bassoventre dell'uomo, spappolandogli pene e testicoli. Le urla di Moriyama si fecero ancora più intense ma ormai non aveva più la forza per ribellarsi. Si stava dissanguando.
« Quanto dolore hai inferto alle madri di quelle bambine strappando loro ciò che avevano di più prezioso? »
La quarta punta gli si infilò in gola, tagliandogli di fatto la lingua. Ormai era alla sua mercé.
La rossa rimase quindi immobile in quella posizione, ad aspettare. Lo avrebbe lasciato morire nel modo più doloroso, soprattutto considerando che pure lui aveva capito che così sarebbe finita la storia. Lo guardò sempre negli occhi, osservando come l'orrore e le forze lo stessero abbandonando. Presto non avrebbe sentito più nulla e ciò fece incazzare ancora di più la rossa. Quel mostro meritava di soffrire più a lungo.
Dopo dieci minuti, Haru Moriyama non c'era più. Era deceduto all'interno della stazione, dissanguato. Con disgusto Angelique aveva tolto i capelli dalle sue ferite, stando attenda a non macchiarsi di sangue. Tra le mani stringeva ancora la ciocca/bastone che, non appena aveva concluso il suo compito, era tornata morbida e inerme. Meccanicamente la donna salì le scale, recuperando entrambe le Glock e rinfoderandole. A casa avrebbe dovuto vedere in che stato erano e, nel caso, fare qualche intervento di manutenzione.
Senza preoccuparsi di esser vista o di occultare il corpo, si diresse verso l'uscita della stazione. La notte era densa, solo la luce dei radi lampioni permetteva agli occhi della mannara di vedere più in là del suo naso. La donna guardò il cielo. Non c'era la luna. Ritornò con lo sguardo sulla strada e prese a camminare a passi decisi verso casa sua. Durante il tragitto si liberò prima della ciocca che teneva in mano, poi dei capelli macchiati di sangue, gettando il tutto in vari cestini. Non voleva portar con sé nulla di quel mostro, se non la convinzione di esser riuscita a fermarlo.
 
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CAT_IMG Posted on 9/9/2010, 23:15
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Ottimo ottimo 10 punti e tecnica convalidata.
 
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