| Le parole di Katen spiazzarono non poco il cuoco che per un attimo avvertì un brivido decisamente inusuale. Prima era tanto sicuro di sé, ora tentennava. Un buon antistress in quel momento era senz'altro tirare l'ennesimo schiaffo in faccia a Katen, tanto per farle perdere di nuovo l'equilibrio. La afferrò per i capelli, la sollevò e la portò di fronte al suo volto. Cos'è questo? Sai solo parlare?! Che ragazzina odiosa! Stai solo sperando che io non ti uccida facendo la dura! Tu non hai nemmeno idea di cosa significhi essere tosti! hai mai provato a lasciare il pane al vento per una settimana?! Quello si che è duro, stolta! La lasciò andare e le diede un forte calcio sullo stomaco, in quel preciso istante gli occhi di Katen si illuminarono: balzò in piedi e dalla sua schiena le fidate braccia saettarono verso il petto del cuoco, decise a trafiggerlo. Questo non si scompose un solo istante, con rapidi e precisi movimenti quasi ballerini passò in mezzo alle mani e si allontanò da esse, per poi ripartire all'attacco nel momento in cui Katen avesse completato l'attacco, piazzandole una ginocchiata al centro del petto. Cosa ti sfugge? Non puoi vincere. I tuoi colpi sono troppo prevedibili per un genio della cucina come me... arrenditi al tuo destino! Katen sollevò di nuovo lo sguardo, facendo saettare le mani contro di lui, che nuovamente si apprestò a schivare, ma stavolta avrebbe avuto una bella sorpresa: le dita si sarebbero allungate rapidamente contro di lui, alla stregua di proiettili di pistola, saettando tutti contro il suo petto. Il cuoco strabuzzò gli occhi nel vedere quello spettacolo totalmente inaspettato! Gl iartigli lo trafissero, ma non letalmente, e lui riuscì ad allontanarsi quanto bastava, più o meno nella stessa posizione in cui si trovava Katen all'inizio. Sono sorpreso! Hai degli assi nella manica ragazzina, ma purtroppo per te non è abbastanza. Afferrò frettolosamente un coltello lì vicino, e nella fretta fece cadere il candelabro. Non vi diede molta improtannza, e impugnò l'improvvisata arma dalal punta. Questa è la tua fine, sono un lanciatore di coltelli formidabile io! A quel punto notò l'espressione di Katen, sembrava piuttosto interdetta, aveva gli occhi semichiusi, un paio di dita sul naso e pareva volersi allontanare. Hey scusa ma... sei stato tu? No perché... puzza davero tanto... A quelle parole il cuoco rimase totalmente pietrificato. Ma stava scherzando? Lui non era sicuramente stato! Non era proprio la situazione, però la puzza iniziava a sentirla anche lui. Ad un trattosi guardò attorno, poi tornò a vedere l'espressione divertita di Katen: se non stava ridendo era perché un demone le stava tenendo la bocca chiusa... No... questo è impossibile... Scusami tizio, ma io non so nemmeno chi sei, né dei tuoi soldi, non sapevo niente. Avevo solo voglia... di uccidere qualcuno... Il cuoco spalancò gli occhi e si lasciò andare in un lungo grido disperato. Katen non stava cercando i suoi soldi, stava solo manomettendo il gas del fornetto per farlo uscire molto lentamente, in modo che la puzza no nsi sentisse subito. Aveva lasciato il candelabro vicino ai coltelli perché sapeva che erano armi perfette per essere lanciate, sapeva che erano perfette per tenersi alla larga dalla sua nuova tecnica. Il cacciavite abilmente nascosto era un buon modo per obbligare il nemico a starsene ben distante, e creata la distanza, doveva semplicemente tirarle il coltello. Peccato che la sua fretta gli aveva fatto cadere le candele, che pochi istanti dopo fecero esplodere tutto il gas nella stanza. Il cuoco finì quasi subito carbonizzato, ma quei 3 segcondi di agonia furono terribili, 30 secondi a bruciare vivo. Katen invece uscì velocemente dalla cucina, cadendo a terra e tossendo, mostrando le sue bruciature e le sue ferite provocate da oggetti in volo durante l'esplosione. E anche quella era fatta...
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