| Le dita corrono veloci sulla tastiera, digitano strisce di codici infiniti in maniera quasi convulsiva. Lo schermo ha lo sfondo nero con le scritte in rosso, varie icone aperte che mostrano fasi di caricamento e sovrascrittura; vari supporti idraulici avvicinano altri schermi alla postazione dove cominciano a scorrere altri dati e le mani del ricercatore viaggiano su altre tastiere per inserire imput di vario genere che spaziano da semplici "Invio" a cifrature più complesse. Le fasi di caricamento vanno di paripasso all'acquisizione di nuovi input e sembrano sfiorare valori fra l'80 e il 90%. La stanza in cui ci troviamo sembra uno spazioso laboratorio: quasi 10 metri per lato, al centro ci è una specie di camera iperbarica aperta piena di sensori e braccia meccaniche in miniatura con vari arnesi spaziando dai bisturi, alle siringhe fino a pinze e divaricatori; la porta d'entrata è composta da due porte scorrevoli bianche come le mura, contornate da infissi sporgenti con un pad di cifratura per la loro apertura; opposta alla porta c'è l'insieme degli schermi e la postazione su cui operare con accanto 5 super computer che lavorano a pieno regime, sono dei cassoni neri con una spia rossa e un ulteriore schermo per ognuno, sono alti quasi 2 metri e spessi 3 per una lunghezza di 4. Alla console si trova un ricercatore in camicie bianco, capelli biondi tirati all'indietro, una maglietta nera e dei pantaloni neri, occhi rossi che scrutano i vari schermi... 95%... 98%... Le barre di caricamento che raggiungono per prime il 100% comunicano un messaggio positivo e lo schermo va dal rosso al verde, Wesker sembra concentrarsi pian piano sui vari schermi che rimangono rossi per velocizzare le operazioni fin quando tutti gli schermi non arrivano a dare messaggio positivo. Appena i vari schermi sono tutti verdi, un lampo abbagliante li fa diventare bianchi per qualche secondo. Wesker rimane a fissare gli schermi con un'aria seria e trasudante apprenzione, poi gli schermi si fanno neri e solo quello centrale ha una specie di sfera rossa pulsante. Wesker rimane in silenzio per secondi infiniti fissando lo schermo, poi una voce robotica decreta la fine di quella attessa: Programmazzione conclusa con successo, Null: Attivo! Wesker rimane incredulo per qualche secondo... Poi alze le braccia al soffitto allargando le mani e ridendo di gusto. Muhahahahahahahahaa! Siiiii! Siiiii! Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta! Albert festeggia per qualche secondo mentre dal soffitto si apre un sistema idraulico di pareti che fa discendere un cilindro collegato a vari tubi e sistemi cumputerizzati contenente una sostanza rossa simile a sangue e un grumo grande quanto un braccio di filamenti neri con alcune sfere rosse incastonate un pò dappertutto. Il cilindro è alto circa 3 metri con diametro di 1 m e arriva a toccare fino a terra, composto da un materiale trasparente attraversato dalle varie apparecchiature, contiene nel liquido la strana massa nera che sembra quasi pulsare. Wesker si avvicina al vetro e osserva compiaciuto il risultato del suo danzare fra i dati del computer di poco prima. Null... Finalmente... Finalmente sei vivo... Wesker allunga una mano con l'intenzione di toccare il vetro, dei filamenti si staccano dalla massa cercando quasi di incontrare la mano; appena Albert tocca il vetro i filamente corrispondo ai suoi polpastrelli, divisi solo dal vetro, un sorriso si allarga sul volto di Wesker che ritira con calma la mano per poi passarsela sul volto e tornare serio. Si avvicina ad un amardietto posto vicino al lettuccio iperbarico e comincia a spogliarsi fino a rimanere nudo. Computer, attiva la fase due. Chiudere ermeticamente ogni accesso al laboratorio. Registrazione e salvataggio di ogni dato riguardante questa fase e la prossima. Assoluto blocco di ogni funzione vocale al di fuori dei miei ordini fino a nuovo Input. Disattivare sistemi automatici riguardanti soccorso e azione di emergenza. Ricevuto computer? Fase Due: Attiva! Completo Blocco: Attivo! BackUp Totale: Attivo! Siamo pronti Prof. Wesker. Ora... Diventiamo Uno...
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