[Allenamento] Nostalgia canaglia

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CAT_IMG Posted on 26/6/2010, 14:33
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Dalla terza vita

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Allenamento per il potere speciale. Vietato intromissioni.

Da quel giorno, da quel lontano giorno in cui conobbe il suo vero padre, non riusciva a stare più di tre minuti davanti allo specchio. Gli somigliava in modo impressionante benché lei avesse lineamenti prettamente femminili. Però gli stessi occhi, e lo stesso identico colore. La stessa forma delle labbra, lo stesso sorriso. Non potevano esserci dubbi, quel demone era suo padre. Ancora stentava a credere che fosse un demone, era cresciuta convincendosi di essere un essere umano normale. Si chiese dove fosse lui, da un lato aveva una paura tremenda di incontrarlo dopo quello che le aveva raccontato la madre, ma la curiosità era forte, desiderava conoscere le sue origini, le loro usanze, cosa poteva essere in grado di fare. Avrebbe voluto chiedere molto altro alla madre, ma vedere il viso triste del padre, e la paura negli occhi della madre la facevano sempre desistere. Si era alzata presto quella mattina, e aveva sentito una terribile nostalgia della foresta. Aveva passato metà della sua vita tra gli alberi e la natura selvaggia, e non riusciva ancora ad abituarsi a quel posto pieno di cemento e mattoni. Le sembrava di soffocare lì dentro, così si inoltrò nella foresta. Camminava a passi lenti, addosso la divisa scolastica, tra le labbra un toast con formaggio e prosciutto, nelle mani ne aveva altri due, di sicuro l’appetito non le mancava. Quando vide i primi rami giù all’orizzonte accelerò il passo inoltrandosi quasi felice in mezzo al verde. Inspirò a pieni polmoni l’aria. Sentì il cinguettio degli uccellini, il frusciare del vento tra le foglie, l’aroma di terra e fogli secche. Inspirò a pieni polmoni l’aria, con ancora il toast nella bocca. Inspirando a quel modo alcune briciole del cibo le andarono di traverso e tossì violentemente, si battè il petto più volte riuscendo finalmente a riprendere una respirazione normale.
Oh mamma, c’è mancato poco, che figura farsi ammazzare da un toast, e chi la sente poi mia madre? Rimase ferma con lo sguardo verso l’alto a osservare le fronde degli alberi, ricordandosi di come li ammirava stando sdraiata con la testa sulle gambe della madre. Le mancava terribilmente, ma aveva promesso di tornare talmente forte da proteggere anche lei e la sua famiglia. Così abbassò di nuovo lo sguardo, più decisa che mai ad allenarsi e riprovare a trasformarsi, come le era successo tanti anni fa. Si portò l’altro toast alle labbra e si bloccò un attimo prima vedendo una piccola paletta di pelo che la guardava incuriosita. Lilith tolse il toast dalle labbra e si avvicinò di un passo al cucciolo, notando che era il cucciolo di un lupo. Il pelo folto e morbido, il muso piccolino e gli occhi grandi e teneri.
Che cariiino. Esclamò intenerita, si avvicinò con cautela all’animale e gli porse il toast.
Ne vuoi bello? IL cucciolo creatura ingenua e ancora ignorante del mondo, si avvicinò sentendo il profumo di cibo e addentò il toast più che volentieri. Lilith felice di aver fatto amicizia con quel batuffolo peloso prese ad accarezzarlo sul capo. Mentre era intenta a fare le coccole al suo nuovo amico, qualcosa di caldo e vischioso colò sulla mano. Lilith sbarrò gli occhi stupita poiché riconobbe che quel liquido somigliava troppo a della saliva, aveva anche un odore pungente. Sollevò il capo allarmata e vide la madre del cucciolo, un enorme bestia a quattro zampe, che prese a ringhiare minacciosa. Lilith nervosa e terrorizzata sollevò il toast rimasto verso il muso del lupo grande.
Buono..., ne vuoi anche tu? Per tutta risposta ricevette un ruggito umido che le impiastricciò un po’ il viso e le braccia con la bava. Lilith si pulì velocemente e in uno scatto se la diede a gambe elevate.
Che ci fanno dei lupi vicino la scuolaaaaaa?!?!? Si ritrovò ad urlare terrorizzata con gli occhi umidi dal terrore.
 
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CAT_IMG Posted on 27/6/2010, 11:59
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Non aveva mai visto un lupo tanto grosso, sembrava modificato geneticamente, o uno scherzo della natura, era grosso quanto un cavallo, o forse anche più, non era rimasta lì a misurarlo con precisione. In effetti aveva notato che il cucciolo era stranamente alto, ma non ci badò più di tanto.
Diede una rapida occhiata dietro di sé e lo vide l’enorme lupo che la rincorreva con gli occhi iniettati di rabbia, la bava che colava dalle fauci. Lilith tornò a guardare davanti a sé accelerando la corsa, incredibile come la fifa facesse aumentare la velocità della corsa. Iniziava però già a stancarsi, sentiva le gambe bruciare, i polmoni doloranti, il fiato sempre più corto.
Aaaah, ma perché insisteeee ?! lasciami in pace!! Niente la voce di lei fece irritare ancora di più il lupo che emise un altro ringhio feroce. Poteva affrontarlo e cercare di stenderlo magari cercando di colpirlo in qualche zona sensibile, come la nuca, o qualcos’altro, era arrivata da poco in quella scuola, sapeva sì combattere, ma non era sicura che le sue abilità potessero qualcosa contro quel mostro. Diventava sempre più stanca, il passo rallentò così come il fiato. La stanchezza faceva sempre un brutto effetto a Lilith che diventava nervosa e irascibile.
Le gambe le sentiva sempre più pesanti, poi come se non bastasse per voltarsi e vedere quanta distanza c’era fra lei e il predatore, inciampò in una radice che fuoriusciva dal terreno. Cadde in avanti strisciando sulla terra per circa un metro. Fortuna che la terra della foresta era morbida. Si sentiva una completa idiota, una ragazzina qualsiasi, non poteva essere accettabile. Lei doveva essere la più potente di tutte e si faceva spaventare da un bestione della foresta? Come diavolo poteva arrivare a diventare potente?
“Sono una cretina, deficiente, cagasotto!” si rimproverò mentalmente da sola. IL lupo l’aveva ormai raggiunta, lei intanto si voltò su un fianco per potersi alzare, e vide le fauci calare su di lei. Emise un urlo di terrore, serrando gli occhi. Successe qualcosa di strano: non sentì dolore, ma qualcosa di umido e puzzolente sulla pelle. Nello spavento si era mossa e il lupo aveva addentato una radice vicino a lei.
Mi hai rotto sacco di pucli! urlò alzando una gamba per dare un calcio sotto al muso. Il lupo per il dolore lasciò la presa sulla radice e si allontanò istintivamente, permettendo a lei di sollevarsi e scattare all’indietro. Gli puntò un dito contro.
Io sono amica della foresta, stupido botolo ringhioso! In risposta ricevette un latrato basso e cupo e di nuovo quella bava schifosa che le schizzava addosso.
Era fuori di sé, era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Si scrocchiò le dita e prendendo aria nei polmoni gridò contro il lupo. Non aveva intenzione di passare per quella debole. Successe qualcosa di conosciuto e nuovo allo stesso tempo. Sentì di nuovo quella strana sensazione nello stomaco e nel petto, come una fonte di energia che premeva per uscire, strinse i pugni mentre nella sua mente si delineava l’idea di un attacco fisico.
Adesso basta! sbottò, e in quel momento sentì la pelle bruciare, sentì la schiena prudere forte e poi una onda d’urto che spostò foglie secche e mosse le fronde e il pelo del lupo. Lilith adesso era cambiata, sulle braccia grosse squame dentate, una coda ossea e due grandi ali nere, talmente oscure che davano la sensazione di risucchiare la luce attorno a lei. La pelle più scura, i denti aguzzi e uno sguardo fiammante di rabbia. Il lupo mise la coda fra le gambe, riconoscendo una creatura superiore a lei. Il suo istinto le diceva che non era più una preda quella creatura, che doveva temerla, così indietreggiò lentamente.
Lilith sorpresa non capì, poi notando le braccia squamate si rese conto che si era trasformata, come tanti anni addietro quando affrontò il padre, per difendere sua madre.
“Ci sono riuscita.” pensò stupita, felice. Si sentì piena di energie, si sentiva in grado di spaccare il mondo.
 
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CAT_IMG Posted on 10/7/2010, 18:41
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Si sentiva potente, si sentiva stranissima. Il lupo non le fece più paura o quasi, poichè sembrava temere la sua forma demoniaca, quasi sapesse che era una cretaura oscura.
Le sue ali erano ripiegate dietro la schiena, le sembrava di sentire qualcosa provenire da essi, come una sorta di richiamo. Il suo istinto le diceva che era capace di ogni cosa.
Osservò con cura le sue braccia, non aveva mai notato quelle squame, o forse erano spuntate con la pubertà. In effetti non ricordava di essersi più trasfomata in quel modo da quel lontano giorno.
Un pò perchè voleva far parte della comunità umana, e un pò perchè si rifiutava di essere un demone. Si era sempre sentita diversa e non voleva più esserlo. Poi in quella scuola imparò che non era un male essere un demone.
Conobbe ragazzi come lei, e si sentì finalmente parte di qualcosa. Fece schioccare la coda sul terreno, ridacchiando felice, mentre si ossevava braccia, gambe e la coda che portò in avanti, toccandola.
La cosa che più la colpì erano le ali, che sentiva benissimo come parte del proprio corpo. Provò ad allargarle, e si aprirono in uno scatto goffo, proprio come un bambino che voleva correre, ma non ne era del tutto capace.
Urtarono contro il tronco di un albero, e capì che erano robuste, anche se dall'aspetto potevano sembrare impalpabili, quasi come del fumo nero. Invece erano dure e anche pesanti.
Ops, mi sa che mi conviene allenarmi prima di usarle del tutto. disse notando come la corteccia si era incrinata sotto il tocco delle sue ali.
Allungò una mano per provare a toccarli e successe qualcosa di straordinario, sentì nella mano una sorta di energia che l'attirava, come due calamtie, la mano si sentiva attratta dalle piume e viceversa. In modo quasi magico le sue dita si fusero con una piuma e tirandole fuori un pò spaventata, notò che adesso nelle mani aveva qualcosa.
Aprì il palmo e notò che il fumo addensandosi divennero degli shuriken neri e robusti.
Wow. era stupita e felice di scoprire quella novità che avrebbe potuta aiutarla nello studio e ad inserirsi in quella nuova scuola. In quel momento capì che non doveva odiare il proprio corpo e la propria natura demoniaca. Capì che il suo essere poteva farle scoprire mille cose nuove, che la sua natura poteva essere solo un vantaggio per lei.
Si decise finalmente ad usare la sua natura per diventare più potente, e di usare quello che inizialmente odiava ai suoi scopi. Non poteva sapere che da lì a qualche altro giorno o mese avrebeb poi amato la sua natura.
Il lupo era rimasto lì a guardarla, forse stupito e incuriosito quanto lei. Lilith lanciò uno di quei shuriken contro il lupo, in modo che roteasse e si conficasse nella corteccia di un albero vicino a lui.
L'animale spaventato dall'oggetto volante e dal cupo suono dell'impatto si voltò e corse via, per il gran sollievo di Lilith. Dopo la fuga del animale, Lilith andò a prendere quei strani shuriken, li tirò fuori dalla corteccia e li osservò attentamente, passando il dito sulla superficie.
Dopo qualche minuto lo Shuriken perse consistenza e svanì, subito dopo le sembrò di sentire un peso piccolo in più alle ali, e notò che si riformò una piuma.
Grazie a quel lupo ho scoperto come attivare la mia vera forma. Quasi quasi domani gli porto del cibo, per lei e il suo cucciolo.
Rimase in quella forma e a passi veloci e ampi si diresse verso un piccolo lago artificiale che si trovava lì nelle vicinanze, dove lei andava spesso per passare del tempo libero da sola. Voleva assolutamente vedersi specchiata. Così dopo qualche minuto di corsa arrivò ai pressi di quel piccolo lago e si chinò verso lo specchio d'acqua e notò che il colorito della sua pelle sembrava più scuro del solito.
Notò anche le sue corna spesse e robuste sulla testa, i suoi grandi occhi dorati, dalla pupilla stretta come quelle dei gatti. Si toccò il viso, le corna e i capelli che rimasero normali, tranne le due antennine che non stavano mai al loro posto. Allargò le ali dietro la schiena, due grosse ali scure, sembravano riscucchiare la luce attorno a sè. Somigliava molto a suo padre, e lei in quel riflesso lo rivide. Il suo viso divenne triste nel ricordare il suo sorriso triste mentre le carezzava la testa.
Ricordava benissimo la sua espressione stupita mentre la osservava, con il senno di poi, aveva intuito il filo di emozioni di quel uomo che le aveva dato la vita bioogica. Stupore, felicità, persino tenerezza, ma anche rammarico, e uno strano sentimento di ribellione dentro di sè, come se fosse combattuto tra due decisioni molto grandi. Sospirò sollevandosi in piedi, mentre credeva che fosse tutto frutto della sua immaginazione.
Voleva specchiarsi tutta, così decise di provare a usare quelle due enormi ali, le sembrava si sentirlo nel suo istinto che poteva farlo.
Spiccò un salto in alto e mosse le sue ali, le sembrava un pò faticoso all'inizio, ci fu una folata di vento, e grazie a quella folata di vento si alzò ancora un pò in aria. Capì che doveva rendersi amico il vento, l'aria che la circondava, così battendo le sue enormi ali creò una corrente ascensionale, che lei sfruttò lasciando che lde sue piume si dilatassero e assorbissero l'energia di quel vento che la fece sollevare da terra.
Esultò, un grido di giubilo. Arrancava un pò a fatica, ma poi capito bene il meccanismo volava in orizzontale, sul pelo dell'acqua specchiandosi nelle acque del lago. Era felice stranamente felice di quello che stava facendo. Si sentiva libera, si sentiva così leggera. Da piccola osservava spesso gli uccellini e li invidiava, e adesso poteva anche lei volare come loro. Certo, non era ancora così esperta, quindi volava bassa, ma la sensazione era ugualmente meravigliosa.
Si sollevò di nuovo in volo verticale, voleva provare a usare di nuovo i suoi poteri, così come prima afferrò una piuma e creò di nuovo tre armi di piccola taglia, somigliavano molto a dei pugnali. Li lanciò dritti davanti a sè, e poi li rincorse in volo, ridendo felice, per poi riafferrarli quando li ebbe raggiunti, facendoli sparire dalle mani. Mentre volava si abbassò di quota toccando la superficie dell'acqua con la mano. Roteò su se stessa e poi sciolse la trasformazione con un n uovo grido di giubilo, per poi tuffarsi nel lago.
 
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CAT_IMG Posted on 10/7/2010, 18:58
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SPOILER (click to view)
10 punti per l'add e potere appreso.
 
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