6 Novembre G100,Luogo sconosciuto
Ore 23:55
La macchina procedeva spedita lungo le vie della città senza troppi problemi data l’ora tarda e la conseguente diminuzione del traffico;la destinazione finale non distava molto e il ragazzo già fremeva per ciò che si apprestava a fare.
Seduto al poso posteriore del passeggero,Daken osservava la città scorrere veloce attraverso i finestrini,illuminato a tratti dai vari lampioni che si trovavano ai bordi della strada;la tuta gli calzava a pennello,quasi fosse stata fatta su misura,e ciò non fece che riportare a galla tutte le tesi che si era fatto su quell’uomo vestito di bianco che ora si trovava seduto nel posto innanzi a lui.
Ancora non mi hai detto il tuo nome e per quale motivo mi hai dato questa tuta.Bel regalo sicuramente,ma non vorrei che nascondessi sotto qualcosa di marcio. L’uomo rimase in silenzio e non rispose alla domanda del ragazzo,aiutato quasi dal fatto che il veicolo si fermò bruscamente a lato di una strada poco illuminata che dava sulla facciata di un grosso magazzino;l’uomo si voltò e gli fece cenno di scendere e,una volta che Daken fu di nuovo con i piedi sull’asfalto,abbassò il finestrino e assunse un’espressione seria e composta.
Tu pensa a svolgere il tuo lavoro e tutto ti verrà spiegato…se sopravvivi questo è chiaro.Ah un’ultima cosa:ti sconsiglio di entrare dalla porta principale.Una volta che ebbe finito rialzò il finestrino e la macchina ripartì ripercorrendo la strada da cui era venuta,lasciando Daken nel più totale silenzio.Il ragazzo si calò meglio la mezza maschera sul volto,per poi dirigersi verso il lato ovest del magazzino dove erano state accatastate delle casse il cui precedente contenuto gli era ignoto;osservò attentamente tutta la fiancata dell’edificio identificando un finestrone aperto come unica via d’ingresso.Fino a qui tutto tranquillo e facile,tuttavia per raggiungerlo avrebbe dovuto sudare non poco dato che l’unico modo che aveva per raggiungerlo era quello di arrampicarsi su ciò che offrirà il paesaggio circostante,tuttavia questo per lui non era un problema,non per nulla si era dilettato in quello e molto altro ancora nel suo tempo libero.
Salì sulla prima cassa senza alcun problema,quindi si agganciò ad un tubo di ferro che percorreva tutto il fianco dell’edificio fino ad arrivare al cornicione mezzano a cui si attaccò al volo,rischiando però di scivolare quando poggiò i piedi sul precedente tubo di ferro;percorse il pezzo di cemento solo per un quarto,quindi si diede lo slancio con le gambe e si attaccò all’apertura della finestra che,fortunatamente,resse il suo peso.
Issatosi al di sopra dell’apertura,fu fortunato a trovare al di sotto di lui una grossa e massiccia cassa di legno che era stata messa sopra ad altre casse della sua stessa fattezza;si calò su questa,per poi scendere badando bene a dove metteva i piedi,fino ad arrivare a circa due metri d’altezza,dove si lasciò ricadendo silenziosamente in piedi sul pavimento.Quella tuta non solo l’aveva reso molto più libero nei movimenti,ma grazie ai leggeri stivali in dotazione,era persino riuscito a fare pochissimo rumore;tuttavia Daken non si perse in quelle banali conclusioni e,silenziosamente,si mosse verso l’angolo della cassa,da cui scaturiva una luce.
Arrivato alla sua meta,si attaccò con la schiena al bordo della cassa e si mise ad origliare quello che dicevano i presenti nel magazzino.
Io dico che abbiamo fatto male ad accettare questo lavoro.Questo piano puzza e sento che presto ci si ritorcerà contro!Sta zitto idiota!Sei sempre il solito pessimista,andrà tutto bene e noi ci prenderemo i soldi che ci spettano. Zitti tutti e due!Mi è parso di sentire qualcosa provenire da dietro quelle casse,vado a dare un’occhiata, Daken sentì chiaramente i passi dell’uomo che si stava avvicinando,così si accucciò meglio nell’ombra sperando di non essere visto.Non appena l’uomo arrivò all’angolo tra la cassa e la stanza non sembrò notarlo,tanto che si addentrò verso il muro dell’edificio,osservando la finestra da cui era precedentemente entrato il ragazzo;fece per andarsene ma Daken gli fu subito addosso,colpendolo allo stomaco con un poderoso calcio con la punta dello stivale,cosa che piegò in due l’uomo che fu poi definitivamente steso da un secondo calcio portato questa volta con la gamba sinistra all’altezza della sua tempia.
Accertatosi che l’uomo fosse svenuto,Daken si mostrò agli altri due che intanto,allarmati dai rumori del rapido combattimento,si erano avvicinati armati uno di un grosso pezzo di ferro e l’altro di una mazza di legno.
Così questo sarebbe il tizio che ci hanno mandato ad ammazzare?Idiota guarda che Carnevale è ancora lontano.I due si misero a sghignazzare alla battuta di quello che sembrava il più grosso tra i due,abbassando però la guardia e dando a Daken la possibilità di attaccarli;si lanciò su di loro e riuscì a colpire alla spalla quello più grosso con un calcio al volo,tuttavia quello non sembrò accusare molto il colpo e,non appena il ragazzo fu tornato con i piedi al suolo,lo colpì con la mazza all’altezza delle costole,mozzandogli il fiato e facendolo piegare dal dolo;intanto l’altro,prontamente,si lanciò su di lui colpendolo più volte alla schiena e costringendolo al suolo.
Daken,benché avesse subito numerosi colpì,non sembrò accusare troppo il dolore e questo gli ricordò quella volta nella foresta con l’orso,solo che quella volta se l’era vista in uno scontro uno contro uno,ora le cose erano ben diverse;non fece in tempo a pensare ad un piano per tirarsi fuori da quel problema,che l’uomo con la mazza di legno gli inferse un calcio nel medesimo punto in cui l’aveva colpito in precedenza,costringendolo così a farlo voltare a pancia in su e a guardarli in faccia.
Un gioco da ragazzi,hai visto?Non abbiamo neanche dovuto faticare troppo con lui.Ora addio idiota!Rovesciò il pezzo di ferro in posizione verticale sul suo volto e lo fece cadere di netto senza perdere altro tempo.Daken di scatto chiuse le mani ad X davanti al viso e chiuse gli occhi,rimanendo così per qualche secondo,quindi riaprì gli occhi e rimase sconcertato da quanto si ritrovò davanti:sei lame erano fuoriuscite dalle sue mani,due all’altezza della nocche e una dall’attaccatura del polso,e avevano bloccato il pezzo di ferro.Una morsa di dolore lo scosse quando si rese conto che le lame avevano bucato la pelle,ma questa sensazione durò poco,il tempo di far risanare le ferite e lasciare solo i pezzi d’acciaio all’esterno.
Sferrò un calcio alla gamba dell’uomo che gli si trovava di sopra,facendolo sbilanciare e facendolo cadere,quindi si rialzò sorridendo sadicamente verso l’altro che era rimasto in piedi e stava aiutando il compagno a rialzarsi.
Preparatevi perché ora il vostro incubo peggiore prenderà vita!Edited by Amnos® - 24/8/2010, 19:23