[Allenamento singolo]Tale padre tale figlio, allenamento per Slam Dunk

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CAT_IMG Posted on 16/11/2010, 22:23
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Allenamento singolo per tecnica Slam Dunk.

Lilith non riusciva più a togliersi dalla testa il viso e le parole di suo padre. Aveva bisogno di staccare da tutto, di riflettere su quello che le aveva detto. Sua madre le aveva mentito:non era stata costretta ad unirsi a suo padre, lo aveva fatto volentieri, poi è scappata non appena aveva saputo che era gravida e come se non bastasse aveva una relazione clandestina con un umano. Lilith non se la sentiva di giudicare, infondo non aveva ancora parlato con sua madre. Anche ammettendo che lei fosse fuggita per stare con l’uomo che amava, per lei aveva fatto una cosa giusta. Che male c’era ad innamorarsi di qualcuno che non era un demone? Senza volerlo i suoi pensieri andarono a colui che aveva rapito il suo cuore in modo misterioso. Si chiedeva ancora come facesse a piacerle uno come Grimmjow, proprio lei che li disprezzava, si era invaghita di un ribelle. Mentre pensava a lui portò la mano sul collo in un angolino ben nascosto dai capelli andò a toccare un succhiotto che gli aveva lasciato. Grimmjow sicuramente non si era accorto. Quel piccolo segno era la testimonianza del desiderio di Grimmjow nei suoi confronti. Si immerse nei suoi pensieri ricordando ogni momento passato con lui, poi sollevò lo sguardo verso l’alto perdendosi fra gli intrecci dei rami. Il suo sguardo da sognante passò a stizzito, la mano sul collo passò sulla testa e assieme all’altra si scombinò i capelli frustrata.
Aaargh, ma perché mi viene sempre da pensare a lui? Adesso ho altro a cui pensare, togliti dalla capoccia maledetto gattaccio!! Imprecò ad alta voce per poi battere la testa debolmente contro la corteccia dell’albero vicino a lei. Era seduta su un alto ramo di una maestosa quercia. Aveva assunto le sue sembianze demoniache, scoprendo che quando era in quella forma si sentiva stranamente in forma: le dava un senso di libertà che non aveva mai provato prima. Non era ancora abituata alle sue ali oscure, nonostante lo avesse ormai scoperto da tanti anni: vedere le sue piume ricoperte di quella strana sostanza fumosa era inquietante e affascinante allo stesso tempo. Le ali erano ripiegate dietro le spalle sembrava un enorme uccellino, oppure un angelo agli occhi più disattenti. Eppure nella sua forma Lilith era bella. Eppure lei si reputava strana, grottesca, non si sarebbe fatta vedere facilmente sotto quell’aspetto in pubblico. Scrollò la testa cercando di pensare a quello per cui era andata lì: suo padre, sua madre e i suoi poteri. Già i suoi poteri, non era ancora riuscita a concludere la tecnica che le aveva mostrato suo padre. Era riuscita a creare il rimbalzo per le armi, ma non riusciva a trasformare la piuma in arma. Ultimamente poi perdeva troppo la concentrazione. Aprì il palmo della mano e dalle sue ali si staccò una piuma che si posò delicatamente sulla mano aperta. Ne prese altre due e le lanciò facendole conficcare nei tronchi degli alberi vicini, assunsero immediatamente la proprietà elastica per il rimbalzo. Ormai quel passaggio riusciva a padroneggiare con nonchalance. Ancora seduta guardò intensamente la prima piuma, si sforzò a più non posso ma la piuma rimaneva tale. Sbuffò passandosi una mano fra i capelli frustrata, passando su per il corno con cui giocherellò un po’. Le piacevano le sue corna, quando era piccola erano solo due protuberanze tonde e piccoline come due bernoccoli, adesso invece li aveva robusti e maestosi. E a proposito di corna ripensò a suo padre pensando in modo sereno che in effetti suo padre aveva corna ancora più robuste e ancora più maestose che davano un segno di forza e fierezza ineguagliabile.
Afferrò il ciondolo che suo padre aveva modificato, ormai lo portava appeso al collo e non più attorno alla vita. Guardò all’interno chiedendosi come funzionava. Lo voleva vedere ancora, sentì chiaramente il desideri di incontrarlo.
Padre…sussurrò espirando quasi rassegnata di non vederlo per moltissimo tempo. In quel preciso momento il ciondolo si illuminò prima di un bagliore rosso poi divenne nero, un nero profondo. Lilith lasciò il ciondolo quasi spaventata, ma poi lo riprese incuriosita da quello che era successo. Poi si ricordò che il padre le disse di invocarlo quando voleva vederlo. Non sapeva esattamente come, se per invocare si doveva invocarlo come un demone, pensò di usare il suo nome.
Lusian…principe dei demoni(?) Io ti invoco.. sussurrò molto perplessa. Attese tesa per alcuni attimi e non successe nulla di particolare, il bagliore lugubre nero si dissolse pian piano e il ciondolo tornò rosso come prima. Lilith sbuffò:evidentemente sbagliava qualcosa, ma se non sapeva cosa difficilmente avrebbe trovato il modo di invocare il padre.
Così sconfitta e delusa decise di tornare al suo allenamento. Si sollevò in piedi sul ramo e fissò di nuovo le piume incastrate negli alberi. Puntò una mano sulla piuma di prima, cercò di concentrarsi di nuovo ma sbagliava ancora non succedeva nulla. Abbassò la mano e sbuffò, ma mentre sbuffava sentì vicina una voce profonda e maschile. Si sorprese così tanto e si spaventò che le scivolò il piede e si ritrovò a precipitare giù dall’albero. Cercò di aprire le ali, ma i rami sotto di lei batterono contro le sue ali, facendole perdere ulteriormente l’equilibrio ritrovandosi a precipitare con la schiena rivolta al suolo, le ali doloranti, i sensi annebbiati dal dolore e poco spazio per le ali. Chiuse gli occhi preparandosi allo schianto con il terreno, ma non avvenne, si sentì le viscere sollevarsi dentro di sé e poi qualcosa di solido che la sorreggeva. Dei rami forse più robusti? Aprì lentamente gli occhi e la prima cosa che vide furono lunghe ciocche di capelli simili a fili d’argento su un petto muscoloso solcato da una cicatrice sulla pelle nera. Poi vide i suoi profondi occhi rossi, su una espressione solenne. Le sue maestosa corna e poi un sorriso beffardo.
Devi imparare a sfruttare l’ambiente, fra gli alberi è un grosso errore aprire le ali. Piuttosto usa l’agilità e saltella usando le ali soltanto per planare.
Lilith lo guardò come se avesse appena visto un angelo. Emozionata e felice di sentirsi fra le braccia del proprio padre. Lusian rimase perplesso a quello strano sguardo di sua figlia, sembrava quasi una di quelle donne che seduceva e tornava da loro per qualche notte di passione. Ma tuttavia c’era una base differente, non c’era nessuna malizia e nessuna traccia di lussuria in quello sguardo. Lusian si sentì impreparato e fece scendere sua figlia lasciandola in piedi su un grosso ramo. Fingendo indifferenza incrociò le braccia al petto.
Mi hai cercato per un motivo preciso? chiese con uno strana smorfia stizzita ma allo stesso tempo lusingata. Lilith scosse la testa poi portò la mano al petto sul ciondolo.
Ti ho solo pensato e si è illuminato il ciondolo così ho provato a vedere se funzionava. Ti chiedo scusa, non volevo disturbarti. Non pensavo che funzionasse così facilmente. disse rattristendosi e rendendosi conto che probabilmente aveva disturbato suo padre da alcune faccende importanti. Lusian si sentì di nuovo strano, di quelle reazioni le conosceva benissimo, sapeva anche gestirsi con i capricci delle donne, ma con sua figlia…era un’altra cosa. Non sapeva come agire esattamente, così le diede goffamente una pacca affettuosa sul capo.
E’ il desiderio di incontrarmi più la tua voce che mi ha permesso di raggiungerti, un giorno ti spiegherò come funziona la connessione tra il mondo in cui vivi tu e quello in cui vivo io. Sappi che arrivo praticamente da una dimensione parallela o come dite voi qui. Comunque non disturbi mi hai salvato da una riunione noiosissima.
Lusian si guardò in giro e vide alcune piume di Lilith negli alberi. Sorrise nel vedere che si allenava, solitamente le ragazze non amavano combattere ma lei era diversa. Lo percepiva e se ne compiaceva.
ti stavi allenando vedo….d’accordo ho deciso di addestrarti ogni volta che potrò.
Lilith si illuminò di immenso, e sorrise radiosa giungendo le mani in preghiera e piantando il suo sguardo in quello di suo padre, con un fare così innocente che Lusianrimase nuovamente perplesso.
Davvero?! Potrò allenarmi con te padre? chiese con una sprizzata di entusiasmo invidiabile.
S-sì certo. fece Lusian sentendo uno strano nodo allo stomaco e trovando quell visino incredibilmente tenero. Gli sembrò quasi che gli bruciasse il petto e gli prudessero le labbra, una cosa totalmente diversa dal desiderio carnale. Infastidito da quelle strane sensazioni grugnì qualcosa nella sua lingua e scrollò la testa per scacciare via ogni strana sensazione. Visto fa fuori quel movimento di testa era uguale a quello che aveva fatto poco prima Lilith per togliersi dalla testa Grimmjow. In quel piccolo gesto si capiva perfettamente che erano padre e figlia.



Edited by hinachan83 - 7/12/2010, 16:10
 
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CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 10:49
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Lilith si sentiva immensamente felice, quasi come quando incontrava Grimmjow per caso. Avrebbe dovuto sentirsi in colpa, soprattutto verso sua madre che aveva sempre avuto paura che lui la incontrasse di nascosto. Eppure in quel preciso momento guardando i profondi occhi cremisi di suo padre non riusciva a trovare una spiegazione a quella paura infondata. Non la stava minacciando di morte, non la stava costringendo a seguirlo, niente di tutto quello, anzi era lì che si dilettava nel allenarla. E quale maggiore occasione per poterlo conoscere un po’ e farsi raccontare da lui il loro mondo? Non aveva dimenticato il sospetto che suo padre volesse usarla per arrivare in alto e al potere. Però per quella piccola occasione non volle pensarci, la accantonò, per potersi godere egoisticamente suo padre. Infondo se lui la stava usando per arrivare al suo potere, anche lei lo avrebbe usato per soddisfare il suo bisogno di conoscerlo e di starci assieme.
Ti piace stare nei boschi?chiese ad un certo punto Lusian guardandosi in giro. Lilith si limitò ad un cenno di assenso con la testa. Poi si sedette sul grosso ramo su cui si trovavano e prese tre piume che prima in tutto quel trambusto erano sparite, tornando al loro posto.
La mamma mi ha fatto crescere nella natura, i villaggi in cui vivevamo erano sempre di natura come è che dicono qui? Indigena e vagabonda. La città non mi piace puzza di polvere, di cipolla marcia e di pipì. disse trasformando quelle piume in tre kunai. Lusian la guardò e sorrise divertito, anche lui odiava la città e guarda caso anche lui trovava che puzzava.
Come è il tuo mondo? chiese lanciando i tre kunai di fronte a se facendoli incastrare nella corteccia degli alberi. Li lasciò in fila in verticale per fare tre tentativi.
Suo padre si sedette anche lui sul tronco e si grattò il mento cercando un modo per descrivergli il suo mondo in modo che capisse. Le disse innanzi tutto che non doveva immaginarlo come una sorta di inferno, con lava, fuoco e zolfo. Non avrebbe avuto senso avere le ali se vivevano sotto terra. Le disse che loro erano creature del cielo. Le disse che lì dove vivono loro c’erano tre lune, il colore del cielo è lo stesso, insomma in pratica non era molto differente dal mondo terrestre, ma loro non avevano case come quelle terrestri, loro erano pur sempre creature alate, quindi le loro abitazioni si trovavano in alto fluttuavano in aria su delle isole di terra, c’era anche da loro la terra normale, ma lì vi vivevano le creature inferiori dove per delle particolari usanze si sceglievano dei schiavi da portare a servirli nelle loro terre fluttuanti.
Lilith alla parola schiavi storse il naso, non le piaceva l’idea, suo padre se ne accorse e si mise a ridere.
In questo sei uguale a tua madre. Le popolazioni ci considerano come degli dei della notte, chi viene scelto è felice di poterci servire. Certo anche da noi ci sono coloro che scelgono male e sfruttano indegnamente i loro schiavi, mandandoli al macello, ma è un’altra storia. Dai dimmi su cosa ti stavi allenando. Lusian osservò incuriosito i tre kunai. Lilith non rispose subito, si concentrò e lasciò trasformare i tre kunai in tre punti di rimbalzo, poi si sollevò in piedi sul ramo, tornò a guardare il padre e li indicò.
Beh ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? Avevi usato una tecnica che ti permetteva di usare quelle piume riportandole a normale senza doverle farle sparire,per poi farle saettare dove volevi tu. Ecco in pratica ci ho provato, ma non ci riesco, o rimangono in quel modo oppure spariscono. Quella mossa è molto utile in battaglia perché il nemico pensando di aver evitato il pugnale che rimbalza pensa che non deve temere altro invece posso sorprenderlo con quei pugnali rimasti.
Lusian era soddisfatto, Lilith sembrava propensa al combattimento, e inaspettatamente si ingegnava anche in qualche mossa, studiando gli effetti del potere. Le donne combattenti del suo mondo erano quelle di nobile famiglia, e nemmeno tutte, la maggior parte delle demonesse donne si occupavano per la maggior parte di sedurre uomini e corrompere gli umani. In un certo senso Lusian si sentiva felice di sapere che sua figlia non avrebbe mai usato il suo corpo per sedurre qualcuno e corrompere la sua anima. Guardandola notò che era diventata una donna molto affascinante, e sentì una strana rabbia nel petto. Sapeva che gli uomini di quel mondo erano molto più lascivi, già si vedeva una fila di uomini che si giravano a guardarla e sbavavano. A quel pensiero desiderò squartarli tutti ad uno ad uno per aver osato posare gli occhi sulle nobili curve della principessa. Quando si rese conto di aver appena avuto un sentimento di gelosia protettiva nei suoi confronti rimase scioccato, voleva scappare via: non capiva perché la presenza di Lilith gli procurava tutte quelle emozioni strane. Infondo non l’aveva cresciuta, però era vero che pensava a lei spesso, anche prima di rincontrarla. Lilith dal canto suo si concentrò sulle sue armi, il suo volto si contrasse in una smorfia di sforzo, il primo kunai quello più in basso vibrò. Lilith sbarrò gli occhi sorpresa e si voltò verso suo padre che sembrava immerso in un mondo tutto suo.
Hai visto?fece un pochino scocciata, poiché attendeva una spiegazione che non sembrava arrivare.
Sì ho visto, credo che tu sbagli il processo, non devi farlo schizzare via quando è in quello stato, devi prima farlo tornare un normale kunai e poi guidarlo.
Lilith lo guardò smarrita, non le sembrava di fare qualcosa di sbagliato.
E quello che voglio fare ma non riesco a farlo tornare normale.
Lusian osservò stupito la ragazza, poi le indicò l’arma chiedendole di riprovare. Lilith ubbidì, pensando che finalmente si dava da fare e non rimaneva nel suo mondo dei sogni. Aveva notato che si era distratto. Poteva essere comprensibile, lei non era un soldato che poteva strigliare come voleva: era solo una ragazzina che tenta di imitare i suoi soldati. O almeno questo pensava lei. Puntò la mano vero uno dei suoi pugnali, aveva il cuore che batteva a mille, voleva riuscirci e stupire il padre, ma l’arma non si muoveva, era immobile, vibrò una volta ma poi smise. Lilith era frustrata, si innervosì e mise più rabbia nella sua manipolazione, il risultato fù che la piuma si staccò dal tronco, ma non assunse le normali proprietà di un pugnale, arrivando a terra rimbalzò con forza tra i tronchi come una pallina di gomma impazzita lanciata ad una velocità assurda, tant’è che la piuma schizzò passando tra loro due, tranciando di netto una ciocca di capelli di Lilith, sbiancò e seguì la pallina con lo sguardo notando che a poco a poco perdeva la forza fino a quando non si incastrò in un cespuglio irto che ne bloccò ogni via di fuga. Si voltò verso il padre che rimase serio pochi attimi poi si mise a ridere nel notare il suo sguardo molto perplesso.
Potrebbe essere una buona tecnica anche questa sui nemici, peccato che non riuscirai a controllarla in quel modo. Si rivelerebbe una arma a doppio taglio.
Posò le mani sulle spalle della figlia e la guidò per indirizzarla verso i due pugnali rimasti.
Prova non a staccarla, ma inizia il processo per farla sparire, in quel modo la tua piuma perde la proprietà del rimbalzo e torna normale per poi iniziare a dissolversi, ma proprio quando è tornata normale devi riprendere il controllo su di essa e darle una spinta con la tua energia demoniaca, ricordati che quelle piume fanno parte di te, sono una proiezione del tuo potere non degli oggetti qualsiasi.
Lilith ascoltò quelle parole come se fossero le parole di un oracolo sacro. Annuì con il fuoco della determinazione negli occhi, doveva riuscirci o ci avrebbe perso la faccia, e proprio di fronte a suo padre non se lo poteva permettere.



Edited by hinachan83 - 7/12/2010, 16:11
 
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CAT_IMG Posted on 27/12/2010, 19:26
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Lilith dopo aver ascoltato le parole del padre, si voltò versoi due kunai rimasti. Ne puntò uno con lo sguardo e sollevò la mano,stranamente però non riusciva a concentrarsi, improvvisamente si sentiva in soggezione. Sentiva gli occhi di suo padre addosso, la stava valutando ne era certa. Deglutì a vuoto, iniziò a pensare a tutte le parole dette da lui, a ogni cosa che conosceva sul suo potere, cercava in tutti i modo di non sbagliare. Le tremavano le mani per la tensione, se ne stupì e strinse i denti frustrata per poi darsi della stupida. Infondo non aveva senso sentirsi in quel modo, non stava facendo un esame. Certo, ma era pur sempre suo padre che la stava guardando e non voleva mostrarsi come una fallita. Strinse i pugni e cercò di essere risoluta.
“Andiamo stupida se ti vedesse grimmjow ti sfotterebbe a vita.” Si disse per incoraggiarsi.
Così si impose di concentrarsi, cercò di non sentire la presenza del padre lì accanto, non era facile, ma una idea la aiutò molto, ovvero fingere che quella presenza fosse Grimmjow. Lui che riusciva a spronarla come nessun’altro, lui che la spingeva stranamente a dare il meglio di sé, pur di non farsi superare, non voleva essere inferiore a Grimmjow, anche se c’era quella chimica tra loro due per cui lei finiva sempre vittima. Abbassò la mano e scrollò gambe e braccia come a voler scaricare via tutta la tensione e raccogliere la concentrazione. Invece di puntare le mani verso il kunai questa volta tenne le mani lungo i fianchi e allargò le ali, quasi per istinto, il secondo kunai vibrò, poi si staccò dalla corteccia e stava per schizzare via come il primo, ma non fece in tempo che tornò un normale kunai e precipitò conficcandosi al suolo. Lilith emise un verso di stizza e puntò una mano contro suo padre senza guardarlo, per impedirgli di parlare.
Ho sbagliato i tempi, adesso ci riesco stai a vedere. Disse, parlandogli in effetti come farebbe con Grimmjow. Per istinto allargò ancora di più le ali, strinse gli occhi fissando quel ultimo kunai incastrato nella corteccia. Vibrò di nuovo, si staccò ma stavolta invece di precipitare schizzò in orizzontale, conficcandosi nella corteccia, passando vicinissimo a suo padre, tagliandogli anche una piccola ciocca di capelli. Quando Lilith si voltò a vedere il risultato della sua azione vide il viso esterrefatto di suo padre che rimanendo con lo sguardo fisso verso il nulla si prese una ciocca di capelli e osservò lo scempio.
Sì ci sei riuscita. Fece atono per poi osservare il kunai , sarebbe bastato solo qualche centimetro e lo avrebbe colpito, non che lui non riuscisse a pararlo, ma non credeva lo avesse fatto schizzare dal suo lato. Lilith osservò l’espressione sorpresa del padre, aveva una stranissima espressione: come quando cambiando un neonato, il neonato fa la pipì sul genitore che lo sta cambiando. Lilith non riuscì a resistere e scoppiò a ridere. Cercò di scusarsi ma non ci riusciva e continuava a ridere.
Scusa padre, ma la tua faccia era davvero buffa. Disse frenando le risate, ma sorridendo ancora mentre si asciugava una lacrimuccia per le risate. Suo padre dapprima la guardò stizzito, poi rilassò i muscoli della fronte e sorrise mentre osservava quella ragazza così genuina e così bella. Si chiedeva quanti ragazzi le corressero dietro, e come rispondeva alle loro avance, e se soprattutto era ancora pura o no. Al pensiero che qualcuno osava toccarla si innervosiva stranamente. Un sentimento nuovo e sconosciuto per lui, eppure non lo spaventava.
Beh adesso che vuoi fare che hai imparato come fare? chiese sedendosi sul ramo, a gambe incrociate. Lilith osservò suo padre poi osservò il cielo e sorridendogli puntò il dito in alto.
Voliamo un po’ assieme? Lusian annuì per poi spiccare un potente salto e spalancare le sue oscure ali per planare e attese che lei lo raggiungesse, e così fece. Volarono per molti minuti, senza parlare tanto, osservando la natura che li circondava, sorvolando la città, e fermandosi a mangiare qualcosa sul tetto di un palazzo altissimo. Poi passeggiarono fra le persone normali, e lì lei vide la forma umana di suo padre. Quando lo vide rimase molto colpita dalla sua bellezza. E si chiese come mai sua madre aveva preferito un essere umano a lui. Sì in effetti anche il suo padre adottivo era bello quando era giovane, lunghi capelli corvini, occhi celesti come il cielo, però suo padre aveva qualcosa di magnetico. Qualcosa che non riusciva a spiegarsi. Sembrava un uomo di circa quarant’anni, ma di un fascino misterioso. Lei vedeva come le donne lo guardavano, e di come attiravano l’attenzione assieme. Così infastidita lei scelse di allontanarsi dalle persone e di godersi la compagnia di suo padre finchè poteva.
Si salutarono con il sorgere della luna, con due parole di congedo. Lilith voleva stringergli la mano, abbracciarlo, ma non ci riuscì, per timidezza o per paura di infastidire non lo fece. Quel giorno però lo passò nel modo migliore possibile. Avrebbe sorriso per parecchi giorni, avendo la sensazione che la sua vita stesse migliorando di giorno in giorno. Prima l’amore, poi la riconciliazione con suo padre. Sembrava volgere tutto per i meglio. Chissà…

 
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CAT_IMG Posted on 27/12/2010, 19:59
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uff che fatica leggere tutto...10 punti e tecnica appresa ovviamente
 
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