| Sono in ritardo...anf...pant...sono in ritardo....SONO IN RITARDO ! Una ragazza minuta , in divisa scolastica , indossava un baschetto azzutto che a malapena riusciva a contenere le lunghissime ciocche bionde , lunghe sino alla vita e che infatti sfuggivano quà e là. Correva come una pazza su una ripida collina erbosa , ancora non si vedeva la cima , per cui accellerò ancora l' andatura. Una fetta di pane tostato rimaneva chissà come ancorata alla sua bocca , correva e faceva colazione insieme , situazione normale , per chi come lei , ha seri problemi nel sentire la sveglia mattutina e si ritrovava sempre in un ritardo disperato. Giunse finalmente sull' altro lato , discesa , ripida ed accidentata ci mancava solo che inciampasse e rotolasse giù sino a schiantarsi contro il muro. Che pessimo modo di iniziare il suo primo giorno in una nuova scuola , nuova città , nuovi amici da fare e chissà magari anche l' amore. Arrossì al solo pensiero , era timida , goffa , impacciata ma nonostante tutto , dannatamente carina con i suoi occhioni verdi sognanti , il berretto sempre calcato sulla testa , il fisico esile ma ben formato , negli ultimi anni aveva messo parecchi chili e per fortuna , tutti nei punti giusti. Nooooooooo ! L' urlo sembrava il guaito disperato di un cane. Il cancello era chiuso , la campanella d' ingresso aveva già finito di suonare. Non aveva nè orologio , nè cellulare dietro , chissà di quanto era in ritardo. Doveva entrare a tutti i costi. Fece un rapido giro del perimetro , quella scuola era enorme , mai viste di così grandi , finchè non intravide una piccola entrata di servizio , un cancello in ferro , arruginito ed infestato dall' edera , chissà da quanto tempo non veniva usato. Non aveva molte alternative , girare come una pazza non aveva senso per cui cercò di sfruttare quell' occasione. Si guardò rapidamente intorno , destra-sinistra e neanche un anima intorno. Mi ha detto di non farlo ma...accidenti non posso bigiare il primo giorno ! Si accostò al muro , vicino a quel cancello e distese le braccia ai lati , come se dovesse spiccare il volo. All' altezza delle spalle portava due bracciali , il materiale era metallico , sconosciuto , difficile da classificare , collegati ad essi vi erano due nastri rossi che sfioravano terra. Poteva sembrare un vezzo estetico ma era molto , molto di più. Arcus Diabolicus Bolverk : Beleuchten I bracciali improvvisamente si illuminarono , divennero come pura luce liquida e rapidamente si trasferirono nelle sue mani tese : due pistole presero forma , lunghi revolver bianchi di grosso calibro , caricamento automatico , canna lunga e calcio ristretto per le sue piccole mani , infatti le calzavano a pennello. Non poteva usare proiettili normali , troppo rumore , troppi casini tutti insieme , ma per sua fortuna neanche quelle erano armi normali. Presero a brillare come lampadine , una luce dapprima soffusa , placida , poi via via più forte. Punto le armi contro il cancello , dirette verso il lucchetto e le catena , strinse gli occhi guardando dall' altra parte ed infine premette i grilletti. Puff... Eh ? Un forte lampo di luce , un sottile filo di fumo che fuoriusciva dalle canne e poi...nient' altro , nulla , zero , una goccia di sudore percorse il lato del suo viso , mentre lei cadeva in ginocchio ed un ombra oscura di depressione la pervadeva. Ma..cioè...sono una frana !
|