| Don. Don. Don.
Le campane tenevano il tempo di quella lugubre sinfonia, di quel Requiem, mentre Cheryl rimaneva ferma ed il sacerdote pian piano diveniva sempre più... come lei. Era uno spettacolo vedere quel viso, prima animato da un pio fervore, ora distorcersi, cercare di urlare. Ecco da dove doveva aver preso l'idea Edvard Munch. E la Zombie non rideva, nè si stupiva di cosa stava accadendo. Rimase lì, con passivo interesse, ad osservare il decadimento di un uomo di Dio. Finchè, ad un certo punto, non lo lasciò andare. Quello cadde a terra, a peso morto. Non riusciva a rialzarsi, sebbene Cheryl sapeva, in cuor suo, che quell'uomo era ancora vivo. Mosse pochi passi, per andarsi a sedere sulla panca lì accanto, fissando il crocifisso della chiesa. Abbozzò un sorrisetto.
Mi dica padre. Come si sente, in quella posizione? Da l'impressione che il tanto beneamato signore ci abbia dato una ricompensa non adeguata, vero? Per lei che ha fatto tanto bene, che ha dedicato tutta la sua vita a lui.. ha serbato un crudele destino. Morto nella sua stessa chiesa. Si, dico morto perchè presto lo sarà. Non dia la colpa a me, non lo faccia, perchè non è assolutamente colpa mia. Entrambi sappiamo di chi è la colpa..
Si alzò, sorridendo, stavolta quasi sadicamente verso l'uomo di chiesa, indicando con il dito indice la volta affrescata della chiesa. L'uomo mosse gli occhi, sospirando appena e mugulando qualcosa. Sembrava stesse pregando.
E' sua la colpa! Lui mi ha ridato forzatamente questo corpo, lui mi ha messo in corpo questa fame!
Disse, con un vigore che non le apparteneva neanche da viva, mentre si chinava sul prete. Gli strappò il crocifisso dal collo, buttandolo via. Non gli sarebbe servito. Affatto. E poi le collanine avevano quel brutto difetto di rimanere fra i denti. O sullo stomaco. Ed una nottata, con acidità di stomaco, lei non l'avrebbe passata. Si chinò sull'uomo, che la guardava, ora terrorizzata, senza più quel pallido coraggio che mostrava all'iniziò. E lei fece calare la sua mano prima sul suo viso, poi sull'addome, sul cuore. Aveva optato per una fine rapida ed indolore?
Affatto.
Spostò la mano sullo stomaco di lui, carezzandone per un'attimo la pelle, morta, che ora si apprestava a divenire di nuovo normale, ad acquisire il suo normale vigore. Tanto meglio sbrigarsi. Eseguì uno scatto rapido, trapassando la pelle morta, facile da trapassare, con la mano. Questa si infilò fra le viscere dell'uomo, afferrandole e tirandole via, con inaudita violenza. L'uomo gridò, rantolo. Le parve anche di sentire un " Dio " ed un " amen ", fra le sue grida. Tolse la mano, leccandone le dita di sangue. Neanche fossero state Fonzies. Svuotò completamente lo stomaco dell'uomo e le sue viscere, buttandole lì, sul pavimento della chiesa. Nè addentò alcune, divorandole con una voracità che il suo viso non lasciava affatto trasparire. L'uomo, però, era ancora vivo. Lo sarebbe stato per poco. Ma Cheryl sfruttò quei suoi due ultimi istanti di vita per cavargli gli occhi con le dita. Un ultimo urlo. Poi spirò.
Cheryl lanciò in aria un bulbo, uno dei due, per farlo entrare velocemente in bocca, con un bel gioco di precisione che di solito si fa con i pop corn. Lo masticò per alcuni istanti, per poi ingoiarlo. Le campane continuavano a suonare.
Dio .. Dio.. Dio.. allora, come mai non sei intervenuto a proteggere uno dei tuoi sacerdoti? Cos'è, volevi che questo andasse fatto, eh? Non credo proprio.
Solo adesso, però, mise insieme i pezzi del puzzle. Soltanto quando vide che il corpo del sacerdote era scomparso. Tutto era tornato come prima. La resistenza che quell'uomo aveva al dolore, il suo coraggio. Ed il sapore. La sua carne era qualcosa che raramente aveva assaggiato prima. Pochi umani hanno il sapore di carne alle brace. Come se quello fosse venuto direttamente dall'...
Tu lo sapevi! Lo sapevi! Ecco perchè non hai fatto nulla!
Quell'uomo era un demone. Pochi giorni dopo soltanto avrebbe scoperto, grazie ad un comunicato della polizia, che il vero sacerdote era stato rapito ed inseguito liberato dalla polizia stessa. Era stato rinvenuto nella cantina della chiesa, pochi giorni dopo la sparizione. Non la sua, quella del suo sostituto. Altrimenti, nessuno ci avrebbe fatto caso. E lei era stata giocata. Per la seconda volta. Ma almeno, aveva scoperto qualcosa di importante sul suo corpo. E sui suoi poteri.
END
|